La tolleranza è una virtù che si può imparare nell’orto biologico. Un tempo mi davano fastidio lumache, formiche, ragni, api, bruchi, lombrichi e tanti altri piccoli insetti di cui non conosco il nome, ma che brulicano nel terreno.
Anche se stare a guardare senza batter ciglio le “invasioni” degli afidi sul melo o dei bruchi sui cavoli non è così scontato, con il tempo ho imparato a rispettare certi “parassiti”, perché ogni essere vivente ha la sua funzione; non si tratta di far loro la guerra, ma di contenerne il numero utilizzando semplici accorgimenti.
Se notiamo un eccessivo numero di taluni, forse è colpa nostra che non abbiamo preparato bene il suolo in primavera, abbiamo erroneamente seminato troppo fitto, oppure bagnato troppo il terreno, non abbiamo tenuto conto della posizione ideale per le piante o delle consociazioni.
Ho visto che nel mio orto ci sono anche gli orbettini e ciò mi fa piacere, perché catturano lumache, vermi e insetti. Le forbicine e le coccinelle si nutrono di afidi; i lombrichi “arieggiano” il terreno con i tunnel che scavano e producono humus, mantenendolo sano; le api provvedono all’impollinazione e, se ci muoviamo con calma e tranquillità, senza interferire con esse, non ci daranno fastidio e non ci pungeranno.